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UNA
CORONA ANCHE PER TE |
Testimonianza tratta da
un trimestrale della Scuola domenicale.
Nella piccola comunità dove mio padre era pastore,
in Mansfield (Ohio), nei primi anni '40, una donna
diede il suo cuore al Signore. Al culto successivo
ella portò con se la figlioletta di 5 anni.
Madre e figlia frequentarono regolarmente la
chiesa nei giorni di culto.
Solo
saltuariamente si univa a loro il marito
della donna.
Era un uomo ben piazzato
che lavorava in una fonderia locale. In passato
era stato un giocatore di football americano.
Quest'uomo
si vantava del fatto che nessun predicatore o
evangelista era stato in grado di convincerlo.
Durante i servizi di
culto era solito incrociare le braccia in segno
di sfida nei confronti del predicatore.
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Avvenne un giorno che la loro
figlioletta si ammalò. I genitori si allarmarono nel
constatare che nessuno dei rimedi usuali recava un seppur
minimo beneficio, così decisero di portarla dal dottore.
Le fu
diagnosticata una forma acuta di leucemia refrattaria
alle cure mediche e perciò inesorabilmente letale.
La bambina fu riportata a casa per essere curata, finché
le sue condizioni divennero così critiche da richiedere
nuovamente l'immediato ricovero in ospedale.
La vita del piccolo nucleo familiare subì un drastico
sconvolgimento. Le condizioni della creatura peggiorarono
rapidamente fino a costringerla a letto.
La prima cosa che il padre faceva tornando dal lavoro era
fermarsi al suo capezzale. Era ormai evidente, sia al
padre che alla madre, che la loro figlioletta non sarebbe
rimasta ancora a lungo con loro.
Un giorno il papà, appena
tornato dal lavoro, corse nella stanzetta della piccola
convalescente e si pose in ginocchio al lato del letto
cosicché i suoi occhi potevano incrociarsi direttamente
con quelli di lei.
La piccola era così dimagrita che si potevano
intravedere le sporgenze ossee, i suoi occhi erano un
po infossati, ma ancora vivi e attenti mentre
guardava il padre.
Papà,
disse, so bene che
sto per lasciarvi per andare con Gesù. Ma,
papà,
continuò, respirando affannosamente nello sforzo
di parlare, la
monitrice della Scuola Domenicale mi ha detto che
quando sarò arrivata in cielo, Gesù mi darà
una corona con una stellina per ogni persona che
avrò portato al Signore. |
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La bimba sollevò la testa dal
cuscino per guardare meglio il suo papà, stese le mani
minute verso dì lui e proseguì: Papà,
io non avrò nessuna stellina sulla mia corona perché
non ho portato nessuno ad accettare Gesù.
Fu in quel particolare istante che le lacrime solcarono
il viso del povero padre, mentre lei attorniava con le
sue braccia il collo di lui. Improvvisamente fissò lo
sguardo nei suoi occhi e chiese: Papà,
daresti il tuo cuore a Gesù così anch'io avrò una
stellina sulla mia corona quando andrò in cielo?
La madre era rimasta sull'uscio della stanza e aveva
visto il lieve cenno del suo capo e udito la sua risposta
esitante: Si...
dolce tesoro, lo farò.
La madre allora si avvicinò al marito e tutti insieme
pregarono in un'atmosfera gloriosa.
Passarono soltanto uno o due giorni al più, poi la
bambina entrò in coma e di lì a poco andò in cielo.
Dopo il funerale, al successivo
servizio di culto, la madre e il papà erano entrambi
presenti.
Nel momento riservato alle testimonianze, il pastore
invitò i fedeli a partecipare, e quell'uomo fu il primo
ad alzarsi in piedi.
Egli cominciò, Potrei dire
qualcosa?. E senza neppure
attendere la risposta, proseguì: Ho
deciso di donare il mio cuore a Gesù perché la mia
bambina mi ha chiesto di farlo.
Smise di parlare per un istante perché le lacrime
cominciarono a scorrere numerose sul viso, poi continuò:
Nessun'altra
persona al mondo avrebbe potuto convincermi se non la mia
piccola bambina. Sono felice che lei abbia frequentato
questa comunità dove ha
trovato un'insegnante della Scuola Domenicale che si è
interessata ad istruire una piccola bambina,
che a sua volta si è interessata di me.
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